Verso un futuro multimodale grazie a una politica dei trasporti intelligente

Ittigen, 26.08.2019 - Il bisogno di mobilità della popolazione svizzera è in costante aumento. Il territorio e l'ambiente sono sempre più sollecitati e, nonostante cospicui investimenti, non è possibile eliminare ovunque i problemi di capacità. La Prima Conferenza nazionale sulla mobilità, tenutasi in data odierna a Berna, propone soluzioni per una politica dei trasporti efficiente, ecologica e sostenibile sul piano finanziario. Nel suo discorso di apertura la consigliera federale Simonetta Sommaruga ha sottolineato come una delle sfide centrali consista nel creare collegamenti adeguati tra le città e le zone rurali.

Code e problemi di capacità nelle ore di punta, mezzi di trasporto dannosi per il clima: la mobilità pone i politici e la società di fronte a sfide notevoli. La Prima Conferenza nazionale sulla mobilità ha messo in campo numerose idee e spunti di riflessione su come affrontare tali sfide in modo intelligente. Rispondendo ad un invito dell'Ufficio federale dello sviluppo territoriale ARE, 300 esperti in rappresentanza del mondo economico, scientifico, di associazioni, autorità e del mondo politico hanno riflettuto sul futuro della mobilità. Il tema è stato affrontato in una prospettiva globale, con l'obiettivo di costruire ponti tra i vari gruppi d'interesse e creare una rete tra esperti provenienti da più ambiti.

Simonetta Sommaruga, capo del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC), ha ricordato come in passato, in materia di trasporto, la Svizzera abbia messo in atto con successo diverse innovazioni in molti ambiti. Questa tradizione va mantenuta. Attualmente, i maggiori problemi interessano il traffico dei pendolari nelle città e negli agglomerati. Una delle sfide principali consiste nel creare collegamenti sensati tra le città e lo spazio rurale, ossia trovare la combinazione ideale tra trasporto privato e trasporto pubblico. In futuro, bisognerebbe coordinare ancora meglio il carattere flessibile dell'automobile nelle regioni periferiche con l'efficienza del trasporto pubblico negli agglomerati.

Un altro spunto interessante è stato presentato dal sociologo Sven Kesselring. Il professore di mobilità sostenibile ha parlato dell'importanza sociale della mobilità e delle vie da percorrere per instaurare una cultura della mobilità sostenibile. Nel suo discorso, il noto architetto Pierre de Meuron si è soffermato sul tema «Il nostro territorio: infrastrutture di trasporto, insediamenti e paesaggio», formulando diverse tesi e dando vita ad uno scambio con Maria Lezzi, direttrice dell'ARE. Durante la tavola rotonda sul futuro della mobilità i politici presenti, in rappresentanza dei maggiori partiti, erano concordi nell'affermare che la mobilità sarà più multimodale, automatizzata, condivisa ed ecologica.

Durante la conferenza è stato dato ampio spazio a 27 «open session»: i partecipanti ai forum di discussione si sono soffermati su diverse questioni quali la politica dei posteggi, il migliore sfruttamento del trasporto lacustre, l'e-carsharing, l'elettromobilità, la logistica urbana e la mobilità nella terza età. Tutte le «open session» hanno preso in esame la questione del futuro aspetto di una mobilità sostenibile e finanziabile. Ossia, come si è espressa la consigliera federale Simonetta Sommaruga: «Le giovani generazioni di oggi chiedono che il sistema di trasporto sia rispettoso del clima e dell'ambiente. Un sistema che trasporti persone e merci in modo efficiente, sicuro ed economicamente sostenibile. È quindi nostro compito dare vita a nuovi impulsi in quest'ambito.»


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